C’è un’idea di fondo nel libro “Pretotipare. Assicurati di costruire la cosa giusta, prima di costruirla per bene” di Alberto Savoia, che ho letto qualche tempo fa. Una bella idea.
Ed è quella del “fatto è meglio che perfetto”. Tanto che, il libro stesso, un libro non è. È un pretotipo, cioè quella cosa per cui metti da parte l’indole da precisetti, e mostri agli altri qualcosa, di solito un’idea, che è ancora in bozze.
La parte difficile è vincere il prematuro impulso perfezionista (…). La parte veramente difficile è portare i nostri pretotipi davanti alla gente, dove saranno giudicati, criticati e forse respinti.
Che ci faccio col pretotipo?
- Raccogli indicazioni su come usare la tua idea astratta
- Ti fai un’idea del mercato
- Cominci a pensare a un prezzo.
- Ti chiedi mille volte: è la cosa giusta?
Il mondo è pieno di idee che non vanno da nessuna parte. Ci sta. Ma se l’idea resta confinata in un pensiero, la ricerca della cosa giusta, ahimè, non avrà mai inizio. In mezzo sta l’insuccesso. Che è pur sempre un modo per ricominciare. Allora? Che fare?
Costruiscilo per finta prima di costruirlo per davvero.
Perché? Per fregartene dei costi, per tastare l’interesse, quello iniziale e quello di poi. Se vedi che funziona, allora investi.
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