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Quello che so di Paolo Nori

Con Paolo Nori ho fatto un corso di scrittura e stupore proprio mentre là fuori si parlava di Dostoevskij sì, Dostoevskij no. Volevo allenare lo sguardo e l’ascolto e obbligarmi a scrivere, per me, ogni settimana un po’. Di lui mi piace:

  • che comincia dai suoi occhi con un’immagine che diventa un nome, un libro, una storia che ti costringe a seguirlo
  • che ha spesso un aneddoto su di sé che lo fa sorridere
  • che delle parole gli restano sospese fra i sospiri
  • che quando parla, lui non parla, racconta
  • che quel che racconta ha un suono che sa di Parma e di lui
  • che ti dice “bene” anche quando nasconde un male
  • che è curioso, ha sempre una domanda con sé
  • che parla ma sta già pensando ad altro
  • che è a disagio quando ha ragione
  • che ha un libro, una storia, un fatto, un russo per ogni cosa
  • che non gli piace se scrivo troppo pulito
  • che mi ha detto che gli ho fatto ricordare questa frase di Iosif Brodskij

Non sono le circostanze a creare uno scrittore, quanto piuttosto il contrario: uno scrittore, ciò che ha scritto, crea le proprie circostanze. Gli scritti di una persona non dipendono dalla sua biografia. È la biografia che deriva dagli scritti.

Ecco tutto.

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