Degli opposti parla Rodari, nella Grammatica della fantasia, quando dice che la parola singola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare. Non c’è vita, dove non c’è lotta. Lo scontro è generativo, l’elemento fondamentale del pensiero è questa struttura binaria, il pensiero si forma per coppie di opposti. Mi ci ha fatto riflettere Oliviero Toscani, non proprio lui, ma la mostra che c’è a Milano su di lui e su quello che ha fatto fin’ora.
Il lavoro creativo è fatto da una serie di tensioni create dagli opposti, nel binomio fantastico è l’immaginazione spinta dalla distanza che accosta in modo insolito due parole lontane, facendolo ne definisce la relazione. A innescare l’immaginazione sono i contrasti, è l’insolito, lo sconosciuto (mentre lo scrivo il mio pensiero va al governo che potrebbe aspettarci, così stantio poiché già privo di immaginazione).
Tornando al lavoro creativo e alle sue tensioni penso ai miei esercizi di scrittura per esempio, dai la tua interpretazione, scrivi ciò che vuoi ma entro un tempo dato: contesto potenzialmente infinito ma con dei paletti da rispettare che creano la tensione.
Allora mi è venuto in mente un esercizio che ho fatto la prima volta che ho conosciuto Nicoletta Cinotti. Mi ero iscritta a un suo workshop su scrittura e mente, ho ribaltato la libreria e ho finalmente trovato il quaderno degli appunti. Tra gli appunti trovo questa frase sul dolore ho scritto che m’assilla e mi tiene sveglia, la copio qui sia mai che la mia mente ne faccia finalmente ciò che deve fare (accettare questa dicotomia).
Sul quaderno c’era anche questa immagine, di tutt’altro workshop, dove mi ero divertita a disegnare le mie personalità, riguardandole sono anch’esse ricche di opposti e di contraddizioni.

Siamo dunque portatori di opposti. È nella dialetticità che la nostra mente si muove. Cercare perdere, vuoto pieno, silenzio rumore, movimento immobilità, peggiore migliore, prima e dopo queste coppie che relazione definiscono fra noi e il mondo? scrivevo negli appunti.
Apprendere un linguaggio non è solo apprendere un elenco di parole ma anche e soprattutto imparare una struttura relazionale, che si basa su un’esperienza passata. […] La mente funziona per polarità. […] I contenuti e la loro interpretazione producono cambiamento quando tengono conto anche della nostra relazione con l’esperienza. Perché è la relazione che accende gli interruttori delle difese psicologiche. Il cambiamento è legato all’aver cambiato il nostro modo di relazionarci al contenuto.
Scrivere la mente, Nicoletta Cinotti
Siamo consapevoli della qualità delle nostre relazioni?
Quello che scriviamo ha un corpo, un suono, quello che scriviamo è spesso un atto di ascolto doveroso verso noi stessi. Così ecco un nuovo esercizio, che puoi usare per esplorare qualcosa del tuo lavoro che non sai, o te stesso.
Faticoso leggero, utile e inutile, capace imbranato prendi queste coppie di opposti, lega loro un ricordo, un’esperienza, poi rileggile ad altra voce e riassumi con una parola la sensazione che ti rimanda quell’esperienza. Farlo ti aiuterà a farci caso e magari ti aiuterà a ridefinire esperienza e relazioni simili.
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