Ho pubblicato una foto dei miei taccuini. Ne ho tanti, molti simili, perché se mi trovo bene con quel formato particolare lo ricompro. Altri ricevuti in regalo, da chi mi conosce bene e sa che non ho mai abbastanza carta, penne e libri. In privato mi hanno chiesto come uso quei taccuini e se ne avessi mai parlato.
Ho risposto di no e che li uso in modo disordinato.
Poi ci ho pensato su.
Preferisco le copertine morbide.
Ho una fissa per quelli formato A5 perché stanno anche nelle borse piccole.
Da poco uso il puntinato e mi piace di più di righe e quadretti.
Mi piacciono anche quelli senza righe e quadretti, dove posso improvvisare e la scrittura va su e giù a seconda dell’umore.
Il diario dei cinque anni e il bullet journal
Ho un diario dei cinque anni che sta fisso sul comodino, alla fine senza averlo pensato, scrivo una lista prima di dormire di quello che ho fatto quel giorno che mi va di ricordare.
Ho un bullet di Tiger sempre sul comodino, dove m’appunto come mi sento o le idee più bizzarre (proprio quelle matte) che mi vengono, ci scrivo di mattina appena sveglia o di sera.
Il quaderno del lavoro
Ho i quaderni di Enzo Mari e quelli della Ferragni, i blocknotes che arrivano da New York, quelli degli eventi. Uso tutto.
Ho una collezione di quadernetti dalla copertina rigida scritti, pieni zeppi di appunti sul teatro. In tutta la mia onorata carriera di persona disordinata ho perso solo un quaderno, l’ho lasciato da un amico e non s’è più trovato.
Uso un quaderno per raccogliere tutte le cose che faccio coi clienti e per prendere gli appunti delle riunioni.
Metto ogni volta il titolo, i nomi delle persone coinvolte e dei ghirigori dove si dicono le cose che potrebbero essermi utili per scrivere meglio un preventivo, un progetto, un’email o un report.
Ho scoperto che a fine anno mi piace tornare a guardare cos’ho fatto, cosa è andato bene e dove posso migliorare.
In borsa
Tengo sempre in borsa carta e penna, adesso ne ho uno lungo e sottile con le pagine color carta da pacco. Ne vorrei altri mille così. Ho scoperto che mi piace scrivere su quella carta.
Dentro lascio i pensieri volanti, le citazioni, le liste delle cose da fare, i progetti, i raccontini, i numeri di telefono e le cose che non devo perdere, ma che poi comunque mi dimentico di aver scritto.
La moleskine copertina morbida
Ho una Moleskine pocket, copertina morbida senza la quale dimenticherei riunioni, appuntamenti, elenchi di cose da fare, medicine da prendere, visite mediche, f24 che scadono, compleanni che dimentico comunque.
Le liste a lato
Ad ogni corso di formazione dedico un quaderno o un’agenda, per esempio il Master sta in un’agenda enorme dalla copertina verde, con gli appunti per ogni lezione e le liste a lato.
È la seconda volta che uso un’agenda enorme. Nella prima ci sono tutte cose che nel tempo si sono avverate. Che i sogni grandi vogliano spazi grandi?
Il workshop di Starnone
Sono stata a Ferrara di recente e ho partecipato al corso di Starnone: gli ho dedicato un quaderno. Ci sono i suoi consigli di scrittura, le sue parole paro paro, qualche lettura da fare e le cose da tenere a mente che puntualmente scorderò.
O forse no, forse c’è un taccuino nella mia testa dove lista dopo lista ho preso appunti di tutto su tutto.
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