A Domitilla ho detto che sarei andata a dormire vestita pur di esserci alle 8 puntuale, che svegliarmi la mattina non è il mio forte. E a colazione mi basta giusto un litro di caffè in vena per ricordarmi chi sono e cosa faccio.
Ma ieri era speciale. C’era la #breakfastinW, la colazione in Webranking e a parlare c’era Paolo Iabichino. Che ha cominciato parlando di creatività come una tecnica di produzione di idee. Sarebbe bastato questo per lasciarmi sedotta e innamorata e invece, a proposito d’amore, si è parlato di:
- seduzione pubblicitaria, dove c’è un patto tacito col consumatore
- di algoritmo emotivo
- di bella scrittura che da sola non basta più.
Non basta più perché? Perché se in pubblicità bastava dire delle cose, in rete devi dare delle cose. E per farlo “devi arricchire la tua retorica di una sensibilità nuova verso le persone. Quello che può fare il digitale è sostanziare le parole. Usare un tipo di scrittura che cambia il sentire delle persone intorno alla marca. Un tipo di scrittura che spegne gli off topic“.
Per imparare e far nostro il buono di internet dobbiamo contaminare i linguaggi, embeddare i micro influencer nell’azienda e chiederci insieme cosa fare e come, sfruttare gli stati d’animo per vendere.
“L’atteggiamento con cui scrivere è quello di una notizia, la comunicazione è diventata una notizia”.
Provare a scrivere un comunicato stampa del brief è un buon esercizio di scrittura, per esempio.
Lavorare sui bisogni degli utenti va bene, ma abbracciare una tensione culturale significa dare. E dare significa assumersi una responsabilità nei confronti del pubblico e bonificare la marca che deve stare sul mercato in un certo modo perché ha preso un impegno. Significa riempire di valore un racconto di marca.
E in fin dei conti in questa catena delle emozioni ci guadagnano tutti. Io anche di più, colazione fatta e un’intera giornata di lavoro davanti a me con mille mila idee in più.
[Immagine Pastelpad]
Iscriviti alla mia newsletter